UN GIORNO DELLA MIA VITA Bobby Sands

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UN GIORNO DELLA MIA VITA, di Bobby Sands (a cura di Silvia Calamati)

Un giorno della mia vita è la drammatica cronaca degli ultimi mesi di vita di Bobby Sands, attivista politico dell’IRA, rinchiuso per quattro anni nel famigerato Blocco H della prigione di Long Kesh, dove ai detenuti accusati di terrorismo veniva riservato un trattamento disumano: per ottenere lo status di prigionieri politico, Sands, con alcuni compagni di lotta, iniziò uno sciopero della fame che si concluse tragicamente 66 giorni dopo, nella totale indifferenza del governo di Margareth Tatcher, che anzi, giudicò quelle morti come una vittoria nei confronti della strategia del terrore messa in atto dall’IRA.

Sands documentò la sua esperienza di detenuto del blocco H tramite brani scritti sulla carta igienica e fatti trapelare in modo clandestino e in seguito riunite in questo volume.

Il giorno della mia vita Bobby Sands Recensioni Libri e NewsAttraverso quella testimonianza il libro, curato in italiano da Silvia Calamati, ricostruisce non solo la vita di Bobby Sands e la sua militanza, ma anche la vicenda politica dell’Irlanda del Nord, vera e propria colonia britannica sul suolo europeo e teatro dell’ultima guerra civile che abbia insanguinato il Vecchio Continente, e che ha visto il suo epilogo appena una ventina di anni fa, dopo perdite e stragi perpetrate da entrambe le parti; dalle riflessioni di Bobby e dall’apparato critico del libro è possibile rendersi conto di come il conflitto fosse ignorato dai cittadini britannici, che sottovalutavano la condizione di miseria e degrado in cui era costretta, da anni, a vivere la popolazione cattolica dell’Ulster britannico, mentre parte dell’opinione pubblica irlandese, pur condividendo l’ideale della ribellione, non prese mai posizione netta, lasciando all’IRA e alla sua controparte politica tutto il carico della lotta.

 

Al centro di tutto questo, la figura di Bobby Sands, morto a soli 27 anni per la fede che aveva nell’ideale dell’Irlanda libera e unita, la cui vicenda va analizzata non col tipico, deformante, alone romantico che circonda gli “eroi” caduti, ma va interpretata come il simbolo di impegno civile e coraggio, testimonianza di un passato che non è, poi, così lontano ma sembra già dimenticato.

Consigliato a chi legge per documentarsi, per conoscere e farsi domande; sconsigliato a chi cerca solo “leggerezza”.

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