UNA CORAGGIOSA DENUNCIA: CIGNI SELVATICI, di Jung Chang
Ho letto questo bellissimo libro già qualche anno fa nell’edizione economica della Tea due, corredato di foto autentiche della nonna, dei genitori e dell’autrice stessa; e non vi dico come mi ha lasciato esterrefatta alla fine!
Sapevo già molte cose sulla dittatura maoista, gli omicidi e le deportazioni di massa, i campi di rieducazione e le autocritiche, oltre ad altre bestialità, ma di tutti i risvolti delle faccende interne alla Cina stessa non ne avevo neanche la più pallida idea!
Questo all’inizio.
LA NONNA
Cigni selvatici è la storia vera di tre donne, tre generazioni a confronto, a cominciare da quella della più anziana, la nonna dell’autrice, nata durante l’impero, nel 1909 (coi piedi fasciati, segno di distinzione, rispetto alla plebe) e data come concubina, a 15 anni, dal padre, ad un “signore della guerra”, in visita nella città della ragazza per motivi legati alla sua carica.
Dare una figlia come concubina ad un alto funzionario imperiale era, per la Cina di allora, quasi come darla in moglie, perché la ragazza usciva dalla casa dei genitori con un corteo degno di una sposa per andare a vivere in una nuova casa, da sola, attendendo i favori del suo signore. È proprio questo ciò che successe alla prima protagonista del libro, la quale, visitata dal suo signore a distanza di anni, riuscì a concepire una figlia che restò l’unica erede. Poco tempo dopo l’uomo espresse il desiderio di rivederla e di vedere la figlia a casa sua, nel nord della Cina, essendo in punto di morte.
La giovane madre, pur accontentandolo e vivendo per qualche tempo – dopo la morte di lui – in quella nuova casa, con la moglie e le altre concubine (era obbligata a vivere lì, essendo la madre dell’unica erede, se voleva vedere sua figlia ereditare qualcosa), un bel giorno organizzò la fuga, grazie ad alcuni servi, e tornò nella sua città e dai suoi genitori.
Era il 1932. Qualche tempo dopo, la giovane donna sposò il medico di famiglia, il dottor Xia, un vigoroso sessantacinquenne (lei ne aveva 25), scatenando un putiferio tra i figli e le nuore di lui, per cui, successivamente, la coppia decise di trasferirsi in un’altra città dove ricominciarono tutto da capo, allevando insieme la bambina.
LA MADRE
La vita della madre di Jung Chang non è stata meno facile, essendo nata dopo la caduta dell’Impero e durante le lotte dei Nazionalisti di Chang Kai Shek e i Comunisti di Mao, tanto più dopo il matrimonio con un devoto e zelante funzionario del nascente partito comunista.
Costantemente vittime di sospetti (come tutti d’altronde), durante la Rivoluzione Culturale i due coniugi furono addirittura deportati in un campo di rieducazione, soggiorno che segnerà indelebilmente il ricordo dell’autrice.
L’AUTRICE
Anche Jung Chang non avrà un destino molto diverso.
Allevata come “guardia rossa”, durante la Rivoluzione Culturale, si oppose dapprima in modo velato alla dittatura maoista, poi sempre più apertamente. Finché non sarà esiliata in un luogo sperduto ai piedi dell’Himalaya. Tutto ciò fino all’insperato pretesto per espatriare: una vacanza-studio, nel 1978, in Inghilterra da cui non fece più ritorno. Vive, infatti, ormai lì, stabilmente, sposata ad un sinologo britannico, insegnante universitario, e insegnante, ella stessa, presso la medesima università, a Londra.
IL LIBRO
Cigni selvatici è una biografia agile e commovente, un coraggioso atto di denuncia da parte di una vera cinese, che apre gli occhi sul regime maoista e sulle assurdità esistenti come, ad es., la requisizione del metallo a tutte le famiglie per costruire armi e divenire, nel giro di pochi anni, una potenza mondiale; o le improbabili accuse della Rivoluzione Culturale.
Chi non ha ancora molta dimestichezza con la storia della Cina e volesse avvicinarsi perché attratto, è bene che legga prima questo libro di facile e semplice comprensione. Poi, secondo il mio parere, è il caso di procedere con autori come Yu Hua e la cino-belga Han Suyin, anch’essa vissuta in esilio, Bette Bao Lord, avvocatessa e ambasciatrice di un’associazione internazionale riguardante proprio gli immigrati cinesi.
Ma di questi autori citati, e anche di altri, non mancherà l’ occasione per parlarne .
A tutti, buona “entrata” nel mondo culturale cinese!
Recensione di Lena Merlina
UNA CORAGGIOSA DENUNCIA: CIGNI SELVATICI, di Jung Chang
1 Trackback / Pingback