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UNA FAMIGLIA ITALIANA, di Adriana Trigiani (TRE60)
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Sono sempre alla ricerca di nuove saghe familiari e l’incontro con questo libro è avvenuto facendo una ricerca a tema su amazon.
Il libro racconta 50 anni circa della famiglia Castelluca (1925-1971), emigrata dalla città pugliese di Roseto Volfortore, ad un’altra Roseto, in Pennsylvania. Protagonista è Nella, ragazza e poi donna, forte, determinata, a volte dura, con il sogno di diventare insegnante. Sogno che si infrangerà a causa di un incidente occorso al padre, che la costringerà a lasciare la scuola e a percorrere 5km a piedi (il tram è troppo caro) per lavorare nella fabbrica di camicette, di cui sarà una giovanissima caposquadra.
Saranno proprio questi 5km a essere la linea di demarcazione tra la vita della fattoria familiare con la sua fatica, le levatacce, i calli sulle mani e la vita di paese, coi suoi negozi, le sue opportunità e i suoi sogni di una vita agiata.
Al suo fianco sarà costante la presenza di Chettie, sì scritto proprio così, figlia del bidello della scuola e lavorante part time in una cava vicina come suo padre; con lei condividerá le confidenze sui turbamenti amorosi, sui sogni, vivranno insieme le sofferenze per lutti familiari, l’apprensione per le persone care in guerra, sempre tenendosi per mano.
Conoscerà l’amore per il bello del paese, Renato Lanzara, impetuoso come tutti i primi amori e devastante come tutti i primi amori che finiscono.
In fabbrica sarà corteggiata con dolcezza e costanza dal manutentore Franco Zollerano che, a dispetto della prima impressione, potrebbe rivelarsi la persona giusta per lei.
Nella vive la sua vita con tenacia, è costretta a crescere in fretta, si concentrerà con tutta se stessa nella fabbrica di camicette, col nuovo sogno di aprire una fabbrica tutta sua.
Ritroverà la sua leggerezza solo nel momento in cui andrà per la prima volta in Italia, nel suo paese d’origine, dove ritroverà nella sua fisionomia molti aspetti della Roseto americana.
Non mi dilungo oltre sulla trama per non togliere il piacere della lettura.
288 pagine lette in 3 giorni e questo può essere possibile solo con un libro da cui ti stacchi a fatica. L’autrice descrive con cura, ma senza essere prolissa, tanto gli avvenimenti storici quanto quelli familiari.
Ci sono le tradizioni, le famiglie, gli amici di una vita, la nostalgia di un paese lontano.
Servendosi dei ricordi di sua nonna Yolanda, l’autrice ci accompagna in questo viaggio con la sensazione, una volta terminato il libro, di aver conosciuto i Castelluca e aver vissuto un pezzo della loro vita accanto a loro.
CONSIGLIATISSIMO
Recensione di Pamela Meloni
SAGHE FAMILIARI – Puntata n. 22
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