UNA STANZA FATTA DI FOGLIE Kate Grenville

UNA STANZA FATTA DI FOGLIE, di Kate Grenville

 

Elizabeth è una ragazza nata nel 1766 in un piccolo villaggio nel Devon. Sposa giovanissima un sottufficiale John MacArthur, uomo e marito subdolo, irrequieto, spregevole, ambizioso in modo quasi maniacale, teso alla provocazione dell’altro per tirarne fuori comportamenti altrettanto disdicevoli. I due sposi con un figlio piccolissimo e malaticcio si trasferiranno nella colonia penale del Nuovo Galles del Sud occupando poi i terreni di Parramatta (Australia). Ma Elisabeth è una donna tenace, che sa tenere testa al marito, scoprendo in una stanza fatta di foglie, rifugio segreto e luogo dell’anima, il significato della parola tenerezza e desiderio. Prenderà coscienza della sua intelligenza, delle sue passioni, dimostrerà di essere una donna capace anche nell’impiantare un allevamento di pecore da lana. È una storia che si intreccia anche con la storia dei nativi.

Sono tante vite, temi personali di crescita che si intrecciano con temi sociali quanto mai attuali, il lavoro che fa emergere intuito e caparbietà femminile. Una storia che cresce pagina dopo pagina. Parole scelte con tanta tanta cura. Una narrazione non banale. Ciò che colpisce molto é la parte psicologica, come lei affronta le scelte del marito. Un marito subdolo, spregevole. Lei così determinata ma anche tanto sola.

La solitudine però diventa un piacere taciuto, diventa felicità il tedio che questa solitudine le offre al cospetto di un matrimonio diciamo poco interessante. Molto importante nella narrazione è ciò che riguarda i saccheggi e gli oltraggi perpetrati ai danni delle popolazioni native delle zone e come la storia vera possa essere tranquillamente sostituirà dal racconto di una storia falsa. Se chi racconta è titolato e rappresenta il potere del conquistatore.

Libro prezioso, da leggere.

Recensione di Simona Lanfredini

UNA STANZA FATTA DI FOGLIE Kate Grenville

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