UNA VITA ALLO SBANDO, di Anne Tyler (Guanda)
Una storia apparentemente assurda eppure allo stesso tempo molto credibile.
Evie, adolescente con qualche chilo di troppo, pochi amici, pochissima vita sociale ascolta per caso la musica strana suonata da un ragazzo di qualche anno più grande di lei e se ne – innamora? incapriccia? invaghisce? – fino a compiere un gesto eclatante per attirare la sua attenzione.
“Drum”, il diciannovenne musicista, si comporta come se l’interesse della ragazza fosse qualcosa di dovuto, di meritato. Prima la ignora, poi la tollera perché gli può servire, la allontana, la cerca, la usa, è ambiguo.
Eppure questa non è la solita storia, dove c’è uno che ama e uno che si lascia amare, una vittima e un carnefice.
La Tyler è bravissima a rendere nei suoi personaggi le infinite sfaccettature dell’animo umano: in più di un passaggio ho compatito l’egocentrico, maleducato, presuntuoso Drum, che in fondo si rivela un debole.
Evie, che apparentemente lo accontenta in tutto, che ne è succube, quanto è violenta nella sua determinata passività?
In realtà è un libro cupo pur avendo un passo narrativo leggero, crea nel lettore un certo disagio che non si risolve del tutto neanche con il finale, in fondo positivo.
Una buona lettura, come sempre quando si tratta della Tyler.
Recensione di Elena Gerla
UNA VITA ALLO SBANDO Anne Tyler
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