UNO SPORCO LAVORO Bruno Morchio

I mercatini del libro usato regalano spesso piccole emozioni: una prima edizione, una rarità, un autore mai letto che vuoi “assaggiare” e, dulcis in fundo, un libro che sei sicurissimo ti piacerà e di cui sconoscevi l’esistenza.

Pensavo di aver letto tutta la serie sinora edita del detective dei carruggi, Bacci Pagano. Poi, in un mercatino appunto, ho scovato uno smilzo libriccino “Garzanti” (edito cazzanti, direbbe un vecchio comico). Preso al volo. E’ la prima indagine di Bacci Pagano, quando era un baldo giovanotto, con la pelle ancora intatta (le pallottole e le coltellate sono ancora di là a venire), la vita già maltrattata da cinque anni di ingiusta detenzione, un matrimonio in bilico, una laurea in letteratura presa in carcere e un mestiere da inventarsi. Una vita difficile, insomma, ma con principi che ci piacciono molto. Morchio ha costruito un personaggio originale, per il quale proviamo subito empatia.

Della trama non dico nulla, se non che una vecchia amica, ricoverata in ospedale gli chiede di rivederlo. Bacci Pagano non si sottrae e inizia un lungo racconto in flashback che è la sua prima indagine di investigatore alle prime armi. Bello assai. Bacci Pagano ha un solo difetto (o pregio, secondo una diversa fonte di pensiero, visto quel che hanno combinato con Vincenzo Malinconico): non è ancora assurto a protagonista di una serie televisiva (a Montalbano e Schiavone invece è andata di lusso la trasposizione. Il cast è scelta delicata e decisiva). Così possiamo ancora immaginare di raccontare a qualcuno che c’è ancora qualcosa da scoprire dalle parti di Genova e del giallo all’italiana.