UOMINI COMUNI. Polizia tedesca e «soluzione finale» in Polonia, di Christopher R. Browning (Einaudi)
SI RIMANE MUTI DI FRONTE ALLA SOFFERENZA E ALL’EROISMO DI TANTI INNOCENTI.
Il libro (Uno dei libri fondamentale per la conoscenza della SHOAH) presenta le vicende legate al battaglione 101 dell’Ordungspoliziei, battaglione di poliziotti riservisti nel governatorato di Lublino, Polonia, formato per la maggior parte da padri di famiglia di mezza età, appartenenti al ceto basso e medio basso, provenienti da Amburgo, considerati troppo vecchi per essere utilizzati nell’esercito tedesco.
Formalmente destinato a compiti di mantenimento dell’ordine e a controllo delle retrovie, il battaglione viene impiegato in operazioni di sterminio e deportazione degli ebrei polacchi, compito che viene svolto con sorprendente zelo, anche se i poliziotti sono, per l’appunto “uomini comuni”, né soldati di carriera, né tanto meno SS.
Il tutto è svolto secondo i piani e, anche se non sono previste punizioni capitali per chi si rifiuta di prendere parte al massacro, solo un esigua parte del battaglione si rifiuta di diventare carnefice, mentre gran parte dei soldati diventano degli zelanti esecutori.
Solo una dozzina di uomini aveva fatto un passo avanti per non essere coinvolta nei massacri quando fu chiesto se ci fosse qualcuno che avrebbe voluto rifiutare quel compito ingrato: altri cercarono di sottrarsene con scuse ed espedienti solo dopo aver visto coi propri occhi a cosa avevano accettato di partecipare
Il libro si basa sui resoconti delle testimonianze degli ex membri dell’unità avvenuti nel processo del ’62 e, a parte discordanze su alcune fonti, rappresenta uno dei rari successi giudiziari contro esecutori dell’ Olocausto avvenuto dopo la guerra.
E’ un libro ben scritto, quasi cronachistico, essenziale, ma per questo ancora più terribile nella sconvolgente routine di un genocidio accuratamente pianificato e ben accettato dai suoi esecutori. Uno di quei libri che ti cambiano la vita, il peso delle cose, la scala dei valori schietto e cupo, descrive con crudo realismo i massacri, molto psicologico, in quanto menziona con precisione gli esperimenti sul conformismo e sull’obbedienza all’autorità.
Particolarmente toccanti sono le descrizioni dei protagonisti del massacro, gli ufficiali del battaglione, così umani anche se inevitabilmente trascinati e macchiati dagli eccidi.
“Tentai di uccidere solo bambini e ci riuscii. Siccome le madri tenevano i bambini per mano, il mio vicino uccideva la madre e io il figlio, perché ragionavo tra me che dopotutto, senza la madre, il figlio non avrebbe più potuto vivere. Il fatto di liberare i bambini che non potevano più vivere senza le madri mi pareva, per così dire, consolante per la mia coscienza”
Recensione di Antonio Le Rose
UOMINI COMUNI. Polizia tedesca e «soluzione finale» in Polonia Christopher R. Browning
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