VECCHIE CONOSCENZE, di Antonio Manzini
Cosa dire? Solo questo.
Caro Antonio Manzini, caro autore, sento di doverti ringraziare per averci donato Rocco.
Rocco Schiavone non è solo un personaggio letterario, è uno che si conosce bene, ci puoi prendere il caffè al bar la mattina, puoi incontrarlo dal tabaccaio o incrociarlo ad un semaforo. Lui esiste.
Cosa sarebbe il mondo letterario senza di lui?
Il vicequestore Rocco Schiavone, che ho seguito dal suo esordio, ormai per me ha la valenza di Salvo Montalbano, accenti diversi, uno all’estremo nord, al freddo, l’altro all’estremo sud, sotto il sole cocente. Due personaggi che amo, due autori che amo. E gli altri protagonisti… mi sono affezionata a Deruta come a Mimì, a D’Intino come a Catarella, a Scipioni come a Fazio…
Ogni libro regala emozioni, stringe il cuore dalla tristezza, fa ridere fino alle lacrime, fa riflettere: il giallo è la base da cui partire, ma il coinvolgimento umano, la trama, le sottotrame, il racconto della città di Aosta, il freddo, la neve, e poi Roma, Trastevere, le storie piccole… ne fanno ogni volta un romanzo a tutto tondo.
Non scrivo altro, è un giallo che segue un cronologia, il pericolo di spoiler è altissimo. Ma grazie, Antonio Manzini, per avermi presentato Rocco.
“Così succedono le cose nella vita, all’improvviso. All’improvviso ti trovi davanti al bivio più difficile da affrontare… La vita non avverte, picchia senza preavviso (pag.20)
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