VECCHIE NOIOSE, di Gaia de Beaumont
” Nina, la verità è che non li sopporto. Mi ricordano quel che sono stata e che non sarò mai più.”
Il paesino di Pandora, piccolo e misconosciuto, ma benedetto da un clima mite e soleggiato tutto l’anno, è abitato quasi esclusivamente da donne anziane, vedove o nubili, con acconciature color pastello, televisori perennemente accesi al massimo volume, e automobili vecchie e scassate con le quali fare pochi km al giorno, giusto il tempo della spesa, per poi rimetterle in garage.
Ma mano a mano che il racconto procede, è come se il lettore, con una lente di ingrandimento potesse guardare all’interno di quelle case di vecchie bambole quando sono sole, e maledicono il marito che è morto lasciandole nei guai, bevono litri di alcolici fino a stramazzare sul pavimento, odiano i figli e li esasperano oltre ogni limite per non pensare con rabbia alla loro vita sprecata; vanno a letto con giovani e disponibili “gerontofili”, veri angeli del loro ormai tiepido focolare, parlano con i fantasmi e con i gatti, si odiano tra loro e si criticano, ma si aggrappano l’una all’altra, si fanno compagnia, in attesa dell’inevitabile, consapevoli che la vecchiaia, comunque la si guardi, è crudele, e va trasfigurata per poter continuare ad andare avanti in quella fase della vita in cui non si è più “… protette dalla meravigliosa menzogna morale, per non dire emotiva, della giovinezza.”.
Recensione di Azzurra Carletti
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