VEDERE VOCI. Un viaggio nel mondo dei sordi Oliver Sacks

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VEDERE VOCI. Un viaggio nel mondo dei sordi, di Oliver Sacks

IL MONDO PARALLELO DEI NON UDENTI

La lettura di questo bel libro mi fu consigliata diversi anno or sono dall’ENS, l’ENTE NAZIONALE SORDOMUTI, dove frequentai il corso per imparare la LIS e penetrare nell’alone di mistero che circonda il mondo dei sordi.

VEDERE VOCI è il secondo libro del dottor Oliver Sacks, autore del famoso RISVEGLI (già da me recensito in questo gruppo), da cui fu tratto l’omonimo e bellissimo film con Robert De Niro e Robin Williams.

Anche questo è un saggio del 1989 edito da Adelphi.

 

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Da buon medico, ricercatore e curioso delle novità, Sacks narra qui la sua esperienza personale trascorsa nell’unica università al mondo per soli sordi (almeno all’epoca della stesura), la Gallaudet University, frequentata pure da udenti, tutti però rigorosamente segnanti, cioè a conoscenza della lingua dei sordi. L’iscrizione, infatti, è prevista solo dopo aver superato un test di ammissione che testimoni l’effettiva conoscenza della Lingua dei Segni da parte degli udenti aspiranti alla frequenza.

VEDERE VOCI è scritto in maniera piacevole e accessibile anche a chi non ha molta dimestichezza con i termini medici specifici, visto anche il nutrito apparato di note di cui è dotato, pur se il gergo medico qui contenuto è più limitato rispetto all’altro libro.

 

 

UN VIAGGIO IN TUTTI I SENSI

Era il marzo 1988 quando Sacks andò, dietro invito, in questa famosa università, pur non conoscendo la lingua dei segni americana, l’AOL (la più diffusa e usata tra sordi di diverse nazioni).

La sua, inizialmente, doveva essere solamente un’indagine come un’altra, ma, una volta lì il medico, rimase profondamente affascinato, oltre che meravigliato, dall’acutissima capacità visiva che sviluppano i sordi, per vivere e comunicare tra loro e, quindi, costituire una comunità.

La sua è un’indagine neurofisiologica – ma anche un vero e proprio viaggio in quella dimensione -, che tocca i problemi fondamentali del rapporto tra parola, immagine e cervello. E Sacks era un neurofisiologo, ma anche un ottimo spirito osservatore, il quale di certo non si tratteneva di fronte ad una novità così stuzzicante!

 

 

Con le solite intraprendenza e sete di conoscenza, che lo hanno sempre caratterizzato, il dottor Sacks giunse a comprendere che << Il linguaggio, la natura del parlare, e dell’insegnare, lo sviluppo del bambino, la crescita e il funzionamento del sistema nervoso, la formazione delle comunità, dei mondi, delle culture >> (dal secondo risvolto di copertina), seppur in ambienti deficitari della forma verbale, com’è appunto quello dei sordi, trova sempre la possibilità di esprimersi, di crescere e coltivare la propria cultura, i propri interessi e la propria comunità.

È noto, infatti, in tutto il mondo il caso dell’isola del Massachusetts, Martha’s Vineyard, – dove lo stesso Sacks si recò per la sua indagine, in quell’occasione -, in cui un tempo resisteva una forma ereditaria di sordità, per cui tutti gli indigeni, udenti e non udenti, per comunicare usavano i Segni. La sordità, in questo piccolo paradiso terrestre, si trasmetteva di generazione in generazione, poiché i membri della comunità, a causa del loro isolamento geografico, si sposavano solo tra di loro. E si sa che, senza ricambio generazionale, i caratteri ereditari restano gli stessi e non si rinnovano mai.

 

 

È inutile, pertanto ribadire che, per Oliver Sacks, questo, da viaggio professionale che era, divenne un viaggio di piacere puro, di novità magiche e fantastiche in cui perdersi volentieri, ma che gli ha permesso anche di imparare tanto! Il solo fatto di vedere il mondo dei sordi in una prospettiva del tutto diversa rispetto a quella di partenza, la dice tutta. Perché gli antichissimi problemi legati a quella particolare disabilità, il modo di << concepire in modo diverso e imprevedibile il linguaggio, la biologia e la cultura… ha reso per me strano ciò che era familiare, familiare ciò che era strano >> (ibidem), ammise Sacks al termine del viaggio.

VEDERE VOCI è un libro unico nel suo genere, che consiglio caldamente di leggere.

Anzi, se vi dovesse capitare di trovare l’edizione aggiornata, come la mia, state attenti che Sacks ha riscritto un’altra introduzione, all’edizione italiana appunto, in cui narra brevemente la storia dei sordi in Italia e del suo successivo viaggio a Roma, nella comunità dei sordi italiani e nell’Istituto di via Nomentana, nel novembre 1990.

 

Per chi volesse andare ancora avanti con l’argomento e approfondirlo, lo può fare con la sterminata letteratura sull’argomento.

In più, se avete la possibilità, tanto per vedere con gli occhi il mondo e la dimensione dei sordi, vi ricordo che c’è sempre lo splendido film, ambientato in un college americano, FIGLI DI UN DIO MINORE, del 1989, la cui protagonista, Marlee Matlin, era proprio sordomuta, e, grazie a questa interpretazione, vinse l’Oscar come miglior attrice protagonista.

 

Recensione di Lena Merlina

 

VEDERE VOCI. Un viaggio nel mondo dei sordi Oliver Sacks

 

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