VI AVVERTO CHE VIVO PER L’ULTIMA VOLTA, di Paolo Nori (Mondadori – febbraio 2023)
Ad un anno di distanza da “Sanguina ancora. L’ incredibile vita di F. Dostoewskij” Paolo Nori ritorna con un’ altra biografia, ma non solo biografia.
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In questo anno sono accadute molte cose, soprattutto quella che la televisione governativa russa chiama – l’ operazione di denazificazione e smilitarizzazione dell’Ucraina. – Cosi ho imparato un’ altra parola russa da Nori: rodnoj che più o meno significa caro, ma letteralmente ” legato a te con le viscere” e i suoi amici russi cosi lo chiamavano e lo chiamano.
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Come poteva non venirgli da piangere il 24 febbraio 2022 alla notizia che Mosca bombardava Odessa e Kiev?
Quella lacerazione emerge in questo libro dove la vita della grande poetessa e la sua sono narrate in modo strettamente intrecciato, come egli fa sempre in quello che scrive: mescolare fatti personali e pubblici, cosa che può piacere o no, essendo assente una trama che possa coinvolgere il lettore
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Non so neppure se Paolo Nori è uno scrittore puro o uno studioso di letteratura russa prestato alla scrittura, ma mi piace tanto lo stesso quello che scrive.
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Dicevo, sono successe molte cose in questo anno: subito dopo l’ invasione dell’ Ucraina, viene avvertito dall’università Bicocca di Milano che il ciclo di lezioni su Dostoewskij è rimandato ” per evitare ogni forma di polemica”. Il fatto ritorna anche qui, benché l’ autore affermi di sentirsi in colpa per aver aumentato la sua notorietà grazie a quegli eventi nefasti.
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E per discriminare ulteriormente tra la follia di chi detiene il potere e la popolazione russa di cui è innamorato come della sua grande letteratura, racconta la sua quotidianità a contatto con loro ed è davvero un bel leggere.
Perche il popolo non ha preso le distanze dalla guerra?
La risposta è articolata, va letta.
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Forse la scelta di raccontare la vita di Anna Achmatova è stata un’occasione per indagare sul nostro presente, resta il fatto che ella fu una delle più grandi poetesse russe che con fierezza e ostinazione, continuò a scrivere versi nel periodo della repressione stalinista.
Eppure fu messa al bando, sorvegliata dal partito al potere, le furono uccisi due mariti, arrestato il figlio, i suoi versi non più pubblicati. Ma visse, dice l’autore.
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Eppure mi piace leggere – di una donna forte – non cose tipo: era bella, bionda, gentile, aggraziata, ma anche era altera, incapace di accudire il figlio, di rassettare la casa, a volte sprezzante. È un rendere giustizia a una donna pensante.
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Il verso della Achmatova che fa da titolo al libro, fa dire all’autore: se riuscissimo a renderci conto che le persone che amiamo vivono per l’ultima volta, non saremmo cosi coglioni – delle volte – quando perdiamo la pazienza.
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Prima di primavera c’è dei giorni che alita già sotto la neve il prato, che sussurrano i rami disadorni, e c’e’ un vento tenero e alato.
Il tuo corpo si muove senza pena, la tua casa non par più quella tu ricanti una vecchia cantilena e ti sembra ancora tanto bella.
Annna Achmatova..
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Recensione di Ornella Panaro
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VI AVVERTO CHE VIVO PER L’ULTIMA VOLTA Paolo Nori
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