Vita di Pi, di Yann Martel (PIEMME – Pickwick)
Per me questo è un classico contemporaneo, per come affronta senza pregiudizi di sorta il libero arbitrio nella valutazione delle varie religioni tramite il protagonista, per il suo incalzare avvincente , piu’ nella seconda parte dove il giovane Pi si trasforma in un survivor per via di un naufragio che avrebbe dovuto portarlo verso la “Terra Promessa”, senza sapere che inconsicamente quella sciagura si trasfmormerà metaforicamente nella sua autentica salvezza, sconfiggendo inconsapevolmente demoni interiori e addomesticando “bestie” che in fondo tormentano tutti noi.
Forse siamo tutti Pi, e tutti lottiamo contro nemici invisibili e (visibili), che siano “tigri”, paure recondite, tempeste e ignoto.. dico forse perche’ usando solo la ragione questa storia ci insegna che abbiamo perso in partenza ,da soli e in un oceano senza confini visibili.
In questo libro c’e’ tanta spiritualità, ci sono i colori vivi degni di una favola ( come trasposto magistralmente al cinema), c’e un’avventura che va assolutamente letta al netto di una parte iniziale che alcuni potrebbero trovare noiosa, ma che risulta indispensabile per legare tutti i pezzi nel volgere drammatico e parimenti fantastico di questo cartiglio che assurge a ruolo di capolavoro di Yann Martel.
Recensione di Marco Tarda
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