VOGLIA DI TENEREZZA, di Larry McMurtry (Einaudi – giugno 2022)
” Visto che sei mia figlia, ti dirò una cosa. La comprensione è sopravvalutata e il mistero sottovalutato. Tienilo a mente e avrai una vita più movimentata.”
Chiunque abbia visto il film omonimo sa che anche alla decima visione si piange come alla prima, e alla fine si ha quel senso di soddisfazione e appagamento che si prova dopo aver visto un bel film.
Più o meno lo stesso effetto lo fa il libro da cui è tratto, anche se ci sono delle differenze (non cercate il dongiovanni interpretato da Jack Nicholson, non c’è), e il libro è ambientato in gran parte negli anni Sessanta, c’è la figura di Aurora che giganteggia, con il suo carattere autoritario e anticonformista, la sua mania di camminare scalza sull’ erba bagnata e il suo sapiente destreggiarsi fra vari ammiratori, e la narrazione è resa godibile dai tanti dialoghi spumeggianti che la vedono protagonista ( d’altro canto McMurtry è stato un premio Pulitzer, e anche un premio Oscar, il suo mestiere lo sapeva fare e si vede).
Ma in realtà ” Voglia di tenerezza” è un romanzo drammatico, non solo per le vicende di Emma, la figlia di Aurora, ma perché fa un’analisi spietata del rapporto tra uomo e donna, del matrimonio, delle relazioni, attraverso le incomprensioni, la violenza domestica, l’infedeltà, tratteggiando un ritratto degli uomini amaro e disincantato, mai all’altezza delle donne che hanno accanto, spaventati, poco ironici, superficiali e insensibili. Aurora Greenway è l’emblema della ” grande femmina”, che si circonda di uomini ma non ne è appagata, e Emma è il suo opposto, la donna giovane e innamorata che accudisce e giustifica. Due facce di quella luna che è la donna.
Recensione di Azzurra Carletti
VOGLIA DI TENEREZZA Larry McMurtry
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