VUOTI DI MEMORIA, di Valerio Varesi (Mondadori – settembre 2024)
‘Vuoti di memoria’ di Valerio Varesi. Mondadori, 2024.
Torna, dopo un po’ di tempo, il commissario Soneri, uno dei personaggi più longevi della letteratura italiana.
La trama si dipana tra la ricomparsa dopo mesi di Luciano Orsi, dato per morto, e la riapertura delle indagini sulla morte del suo socio, Romeo Calandri, brutalmente assassinato. Orsi ricompare a bordo della sua barca al largo di Cesenatico, ma sembra non ricordare nulla di cosa sia successo in quel periodo. Soffre di amnesia dissociativa, finge di non ricordare, è stato vittima di un rapimento o sta proteggendo qualcuno?
Valerio Varesi costruisce, quasi ad hoc, una trama decisamente noir che gli permette di riflettere e far riflettere su quanto la memoria umana possa essere non attendibile…
«“La memoria, soprattutto per chi fa questo mestiere, è importante, no? Lo è in generale. Che cosa abbiamo di più caro? Lì c’è tutta la nostra vita.”
“Già… E allora?”
“Allora ho il sospetto che noi la tarocchiamo di continuo. Siamo l’equivalente dei grandi falsari che riproducono un quadro tradendo l’originale.”»
Indubbiamente, quindi, il filrouge del romanzo è “la memoria”: da quella personale a quella collettiva e infine a quella elettronica che pur essendo oggettiva è priva di filtri interpretativi.
‘Vuoti di memoria’ è uno dei romanzi più cerebrali di Varesi perché all’azione si preferisce la riflessione e il confronto. Lo stesso Soneri è mutato e si definisce «“Se fossi un vino non sarei di certo amabile e neppure secco: sarei un brut”»
Gli scrittori, si sa, raccontano storie ma i bravi scrittori, quelli che escono dal “coro” come Varesi, raccontano mondi cioè uno spazio che non è soltanto fisico, ma emotivo, sociale, umano. E così, con ‘Vuoti di memoria’, l’autore confeziona un altro romanzo di alta letteratura.
Consigliato.
Recensione di Luisa Ferrero
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