WATCHMEN, di Alan Moore e Dave Gibbons
In una versione alternativa del nostro passato più recente, un misterioso assassino ha preso di mira gli ex membri di un gruppo di supereroi, la maggior parte della quel vive ormai vite ordinarie e ritirate; toccherà al più enigmatico tra loro, Rorschach, indagare per svelare il complotto che si cela dietro agli omicidi e scegliere se salvare, ancora una volta, l’umanità.
Romanzo grafico di enorme successo, Watchmen è una storia corale dalla struttura complessa, raccontata con toni epici e drammatici in grado di abbattere il confine spesso imposto al fumetto come semplice elemento di svago e sconfinare nel campo della Letteratura, della quale ha intensità e ritmi narrativi, divenendo così un vero monumento della cultura popolare degli anni 80 del secolo scorso, nonché un capolavoro dell’Arte Sequenziale di tutti i tempi.
La vicenda narrata risulta estremamente complicata, poiché è sviluppata tramite il classico espediente delle scatole cinesi che il lettore è chiamato, con pazienza, ad aprire per venire a capo non solo della trama principale ma anche di tutte le storie collaterali che si intrecciano per creare uno dei meccanismi narrativi più efficaci che mi sia capitato di incontrare.
Lo stile del romanzo è caratterizzato da un realismo dettagliato, di forte impatto, unito a trovate immaginifiche vibranti e coinvolgenti; il dinamismo narrativo di Moore si unisce alla perfezione con la realizzazione grafica di Gibbons che, pur utilizzando i consueti canoni estetici delle storie di supereroi, li mette a servizio di una trama e di personaggi che nulla hanno a che spartire con la concezione di “infallibilità”, canonica nel fumetto di genere fino a quel momento.
I personaggi del romanzo, infatti, sono originalmente caratterizzati sia dal punto di vista psicologico che grafico, risultando creazioni sfaccettate e credibili, per i quali la scelta di descriverli come come antieroi serve a spiegare ciò che li spinge ad agire, spesso anche in modo negativo, ricostruendo il loro passato e rendendo tale ricostruzione uno dei punti chiave della storia.
Ciò che davvero rende Watchmen una lettura imperdibile anche al di fuori del campo dell’arte sequenziale è, però, il modo scelto dagli autori di trattare tematiche delicate, spesso controverse, trasformando quella che potrebbe essere letta semplicemente come una splendida storia di spionaggio in un’approfondita analisi sociologica che affonda le sue radici nel clima di sospetto e paura nel quale si viveva ai tempi della pubblicazione del romanzo, gli anni più bui della Guerra Fredda, anni nei quali lo spettro di un’Apocalisse sembrava farsi più concreto ogni giorno e inquietudine e paura aleggiavano in molti aspetti della vita quotidiana; pur nella sua ambientazione “distopica” Watchmen parla di realtà e utilizza la finzione per tratteggiare un grande affresco di natura sociale e politica, perfettamente inquadrabile nel clima culturale della fine degli anni 80, sollevando consensi tra il pubblico ma anche polemiche e scontri.
Consiglio questa lettura a più tipologie di lettori. Sicuramente agli appassionati di narrativa grafica e a chi predilige le storie di spionaggio o comunque ad alta tensione, ma anche a chi non ha mai affrontato la lettura di un fumetto pretendendo altro che svago passeggero: Watchmen potrebbe cambiare per sempre questa concezione. Buona lettura.
Recensione di Valentina Leoni
WATCHMEN Alan Moore e Dave Gibbons
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